Parallelometro e isoparallelometro

La protesi parziale rimovibile è una protesi sostitutiva, in quanto ripristina un certo numero di elementi dentari mancanti. È anche definita semifisiologica in quanto affida la propria stabilità sia ad specifici ancoraggi in metallo che in resina. La protesi parziale rimovibile può essere di tipo scheletrata, ovvero composta da una struttura metallica fusa che rappresenta lo schelotro alla quale collegare i vari dispositivi di ritenzione, oppure combinata, che utilizza come dispositivi di ritenzione una combinazione tra le ricostruzioni fisse e mobili.

È possibile classificare le arcate parzialmente edentule in base alla loro ricostruzione?

Nel 1925 Kennedy propose una classificazione così strutturata:

  1. Classe I: alla quale appartengono tutti i casi nei quali si è in presenza di selle bilaterali con estremità dentarie libere.

  2. Classe II: comprende i casi in cui vi è una sella unilaterale sguarnita di pilastro terminale.

  3. Classe III: vi appartengono tutti i casi in cui ci sono sia pilastri anteriori che posteriori.

  4. Classe IV: è costituita dai casi che presentano una sella anteriore.

Esistono degli strumenti utilizzati durante la progettazione dell’odontoprotesista di una protesi parziale rimovibile che permettono di ottenere dei dati morfologici degli elementi dentari. Uno di questo è il parallelometro. Uno dei più importanti, rappresentato in figura, è quello di Ney che conta delle seguenti parti:Figura 29

  • Base: è una superficie rettificata sulla quale il porta-modelli può compiere movimenti orizzontali.

  • Porta-modelli: permette, grazie a un giunto sferico, di avere numerose inclinazioni.

  • Vite di bloccaggio: serve a fissare il supporti del porta-modelli all’angolazione desiderata.

  • Articolazione sferica: formata da due sottili linee con un prolungamento di ritenzione.

  • Colonna verticale: sostiene un secondo braccio trasversale fisso posto a 90° rispetto a quello verticale.

  • Vite di bloccaggio: avvitata all’estremità del braccio trasversale e permette il blocco dell’albero.

  • Albero: può ruotare intorno al proprio asse e spostarsi verticalmente.

  • Portautensili: si trova all’estremità inferiore dell’albero e permette di reggere gli utensili.

  • L’ago analizzatore: è utilizzato nello studio preliminare del modello per localizzare i sottosquadri del dente.

  • Segnalinee di grafite sostituisce l’ago analizzatore quando si è già determinato l’asse di intersezione dell’apparecchio.

Uno strumento molto simile al parallelometro è l’isoparallelometro, detto anche isodromo. L’unica differenza è che quest’ultimo è provvisto di un micromotore che consente di limare, rifinire e lucidare delle porzioni di protesi.

Il parallelometro principalmente misura due importanti parametri:

  • Linee di inserzione: rappresenta il tragitto compiuto dalla protesi per inserirsi e disinserirsi senza difficoltà nel cavo orale. Se i denti pilastro sono due, gli angoli formati dai prolungamenti delle loro bisettrici possono essere verso l’alto (se gli assi sono convergenti) o verso il basso (nel caso in cui gli assi sono divergenti). Se i denti pilastro sono , invece, più di due, occorre ricercare l’inclinazione più vantaggiosa ovvero quella che si allontana il più possibile dall’asse delle creste alveolari.

  • Linee di analisi: è la linea di maggior contorno dei denti pilastro, che si rileva con un segnalinee di graffite. Questa misurazione risulta utile per l’applicazione dei ganci.

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