Apparecchi per la polimerizzazione delle resine

Per la polimerizzazione delle resine si utilizzano varie apparecchiature genericamente denominate polimerizzatrici.

Quali sono le macchine più importanti utilizzati nei laboratori odontotecnici?

Di seguito sono elencati le più comuni polimerizzatrici:

  • polimerizzatrici per resine acriliche termopolimerizzabili: questa polimerizzazione può essere condotta tramite un ciclo termico sia a bagno d’acqua che a secco. Quest’ultima procedura richiede l’impiego di appositi forni e proprio per questo motivo è un metodo scarsamente utilizzato. Il metodo a bagno ad acqua richiede l’uso di appositi polimerizzatori elettrici.

  • polimerizzatrici per resine acriliche autopolimerizzabili: la polimerizzazione delle resine acriliche autopolimerizzabili viene eseguita con polimerizzatori a pressione d’aria. In esso il manufatto protesico viene polimerizzato in un bagno d’acqua riscaldata alla temperatura di 50°C e sottoposta, per un tempo opportuno, a una pressione di 2 atm. Sono dotati di un temporizzatore per regolare la durata della polimerizzazione ed un recipiente chiuso ermeticamente.

  • polimerizzatrici per resine fotopolimerizzabili: le resine fotopolimerizzabili sono fornite allo stato pastoso in apposite siringhe e sottoposte alla polimerizzazione tramite un raggio di luce di lunghezza d’onda compresa tra i 400 e i 500 nm. Questi raggi di luce sono emessi da apposite lampade emanate da un apparecchio chiamato fotopolimerizzatore.

  • apparecchi per l’iniezione delle resine: la formatura per iniezione delle resine consiste nell’iniettare il materiale pastoso nella cavità che riproduce la forma della base dell’elemento protesico, presente in una apposita muffola. La muffola è collegata a un cilindro nel quale viene posto il miscuglio di resina allo stato pastoso. Il materiale viene spinto nella muffola. La muffola per la polimerizzazione viene immersa nella sua parte inferiore in acqua calda. Una volta riscaldata il materiale risale nella parte superiore della muffola e si compensa con il nuovo materiale proveniente da un cilindro.

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