Resine per ribasature

Per effetto del lento riassorbimento delle mucose i tessuti molli del cavo orale su cui appoggiano le basi delle protesi subiscono un graduale cambiamento di forma. Pertanto è necessario un periodico riadattamento della protesi per ristabilire l’aderenza tra la base e le mucose. Il processo mediante il quale viene effettuato questo riadattamento è detto ribasatura.

È possibile avere due tipi di ribasatura:

  1. ribasatura parziale: consiste nell’aggiungere un sottile strato di materiale alla base della protesi sufficiente affinchè viene ristabilita la giusta aderenza dei tessuti orali. Essa può essere eseguita con due metodi:

  • ribasatura direttamente: viene effettuata direttamente nella bocca del paziente e vengono utilizzate sia resine acriliche autopolimerizzabili che resine fotoattivabili. Sappiamo però che queste resine tendono a mantenere una certa instabilità nel colore col passare del tempo quindi devono essere periodicamente rinnovate.

  • ribasatura indiretta: eseguita al di fuori della bocca ed effettuate con resine acriliche polimerizzabili sia a freddo che a caldo. Per lavorare all’esterno della bocca del paziente occorre rilevare un impronta , sviluppare un modello in gesso, eliminare il materiale utilizzato per il prelievo dell’impronta, irruvidire la resina e applicare la massa pastosa nella muffola, infine effettuare la polimerizzazione.

  1. ribasatura totale: consiste nel sostituire la resina che forma la base della protesi, conservando solo i denti artificiali nelle relative posizioni. Quale tipo di resina è comunemente usata per effettuare questo processo? Visto che si parla di una ricostruzione parziale è a discrezione del tecnico di laboratorio quale resina utilizzare purché essa sia acrilica.

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