Struttura della protesi scheletrata

Che cosa si intende per protesi scheletrata?

Una protesi scheletrata è una struttura metallica composta da varie unità, ognuna delle quali ha dei compiti definiti correlati alle funzione delle altre parti non metalliche. Le parti che compongono le protesi scheletriche sono:

  • Congiuntori principali: hanno diverse funziaoni tra le quali quella di collegare fra loro le selle, mantenere le varie relazioni tra i ganci, ripartire equamente il carico masticatorio e fornire il sostegno necessario ai denti artificiali. Questi congiuntori non devono interferire ne con prominenze ossee ne con i tessuti mobili. I congiuntori principali si dividono in:

    • Barre che in base alla posizione che assumono, si differenziano in:

      • Barre linguali: si trovano sulla superficie gengivale tra il colletto dei denti e il frenulo linguale. Presentano una sezione detta a goccia dello spessore di 4 mm. Per non danneggiare il tessuto sottostante deve risultare leggermente distanziata. In alcuni casi la barra linguale può essere rinforzata con delle barre di ancoraggio.

      • Barra labiale: decorre sotto l’inserzione gengivale vestibolare dei denti anteriori. Si impiega solamente quando si verifica una inclinazione linguale degli elementi dentari.

      • Barra palatale singola: è il congiuntore meno idoneo ad assumere le funzioni biomeccaniche e per fornire una valida stabilizzazione dovrebbe essere molto spesso.

      • Barra palatale a ferro di cavallo: decorre nella zona anteriore del palato duro. Questa soluzione deve essere utilizzata solo quando non è possibile utilizzarne altre, in quanto, a causa del fatto che viene estesa troppo anteriormente, può provocare delle anomalie e lesioni da carico.

      • Barra palatale anteriore e posteriore: formata da una barra anteriore e una posteriore, unite ai lati. Per non interferire con i movimenti della lingua le due barre devono essere collocate più posteriormente possibile. Questa barra presenta numerosi vantaggi in quanto dona notevole stabilità, rigidità ed ottime possibilità igieniche.

    • Placche che possono essere suddivise in:

      • Placca linguale: parte dalla stessa posizione della barra linguale e si porta al cingolo dei denti. Presenta il bordo superiore sottile e quello inferiore arrotondato. Essa viene utilizzata quando il frenulo linguale ha un’inserzione alta o non si dispone di spazio sufficiente per una barra linguale classica.

      • Placca palatale a ricopertura totale:può essere realizzata interamente in metallo. Anteriormente si estende sino alla superficie linguale degli elementi frontali mentre posteriormente fino al confine tra palato duro e molle. Questa soluzione è adatta solo nei casi di classe I e II di Kennedy in quanto presenta numerosi inconveniente di tipo fonetico e modifica il senso del gusto.

      • Placca palatale a ricopertura parziale: presenta un bordo anteriore distante almeno 6mm dal tessuto gengivale e uno posteriore uguale a quello della placca totale.

  • Congiuntori secondari:sono barrette di collegamento che collegano il congiuntore primario alle selle e agli ancoraggi (ganci e appoggi). Essi devono avere una rigidità e uno spessore adatti a resistere alle varie sollecitazioni senza subire distorsioni o rotture.

  • Ancoraggi diretti extracoronali o ganci: sono le porzioni della protesi che permettono di svolgere funzioni di ritenzione meccanica. Ogni gancio deve garantire un appoggio, per evitare l’affondamento della protesi, e un abbraccio, per impedire che lo scheletro si muova lateralmente. In ogni gancio di possono distinguere tre parti:

    • Spalla: è la parte rigida collegata al cavaliere.

    • Braccio: è la porzione semi rigida del gancio e serve a unire le spalle con le punte.

    • Punte: rappresenta la parte elastica del gancio.

Inoltre è possibile distinguere, secondo un sistema di riferimento detto di Ney, diversi tipi di ganci:

    • Gancio n°1 o di Ackers:gancio simmetrico costituito da una parte rigida (cavaliere e spalle) e da una parte elastica(le punte). Indicato nella classe III e nelle sottoclassi I e II di Kennedy.

    • Gancio n°1 doppio: formato da due branche del gancio n°1, orientato in direzione opposta tra loro e collegate alla struttura protesica da due peduncoli di collegamento. Poiché presenta due bracci separati ha maggiore mobilità del gancio precedente.

    • Gancio n°2: è un gancio simmetrico, formato da due cavalieri e da due braccia flessibili, alle cui estremità si trovano le branche vere e proprie.. questo gancio è indicato per selle libere distali e garantisce alla protesi una continua aderenza.

    • Gancio n.1-2: è una combinazione di una branca del gancio n°1 con una del n°2 con lo scopo di adattare le prestazioni del gancio alle esigenze dei singoli casi.

    • Gancio ad azione posteriore: è composto da un braccio unico, il cavaliere, fissato distanzialmente al congiuntore. Molto spesso si aggiunge un secondo cavaliere alla fossa distale del pilastro. È indicato nella classe I sui canini e premolari, per la classe II e II con la funzione di ancorare la sella.

    • Gancio ad azione posteriore rovesciato: differisce dal precedente solo per la disposizione delle varie porzioni: il congiuntore è fissato al gancio sulla superficie vestibolare, mentre la porzione ritentiva è collocata su quella linguale.

    • Gancio ad anello: ha un braccio unico, di cui una parte è necessaria come funzione di appoggio e l’altra ha funzione ritentiva. Il congiuntore alla struttura protesica è situato nella porzione mesio-occlusale. È indicato per la classe II per l’ancoraggio della barra palatina o linguale, mentre, per la classe III è utilizzato per l’ancoraggio sui molari.

    • Gancio tipo Roach: questi ganci non possono essere usati da soli percgè dotati di uno scarso abbraccio, di conseguenza sono pessimi stabilizzatori delle protesi. Sono solo utilizzati perchè riescono a puntellarsi nel sottosquadro della corona senza compromettere l’estetica.

    • Gancio tipo Eqipose Vitallium:sono progettate in due versione con ottime caratteristiche estetiche e funzionali. Essi sono particolarmente utilizzati nelle selle a estremità libera con pilastri costituiti da canini o premolari.

  • Ancoraggi indiretti: sono strutture che hanno la funzione di conferire alla protesi elevata stabilità, eliminando i fenomeni di torsione, rotazione e traslazione laterale sull’elemento pilastro. Essi sono costituiti da:

    • Appoggi occlusali

    • Appoggi incisivi e del cingolo

    • Ganci barre palatali e linguali

    • Bracci di Cummer: sono prolungamenti della protesi che partono dal punto di inserzione del congiuntore secondario e si portano oltre l’asse di rotazione dello scheletrato. Questo tipo di braccio impedisce l’accumularsi di residuo di cibo.

    • Gancio di Kennedy: è una struttura che parte dall’inserzione dei ganci sulla protesi e si porta sul cingolo linguale dei denti anteriori, seguendone perfettamente il contorno in modo da ridurre al minimo l’azione di piano inclinato.

  • Selle per gli elementi dentali artificiali: servono sia a supportare i denti artificiali mancanti, sia a distribuire ai tessuti sottostanti la componente verticale del carico masticatorio. Esse possono essere realizzate interamente in metallo o in resina sintetica, nel primo caso sono indicate per edentulie di tipo intercalato e nel secondo per la progettazione di selle ad estensione distale.

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