Carie

In Italia l’80- 90% degli individui è affetto da carie

Nonostante le cure e le misure preventive attuabili per evitare le carie dentali, il 70% dei denti si perde in seguito alla formazione di carie.

La carie dentale è un processo morboso dei tessuti duri e non vascolarizzati (smalto, dentina, cemento) con andamento progressivo caratterizzato dalla demineralizzazione e dal disfacimento dei tessuti.

La diffusione della malattia è influenzata da una serie di situazioni:

– l’alimentazione: cibi molto raffinati (pane bianco, riso brillato, dieta povera di scorie) e ricchi di glicidi sono cariogeni.

– l’ambiente: altitudine, clima, acqua, raggi solari influiscono sui processi cariogeni. L’irradiazione solare infatti esercita un’azione positiva sui fenomeni di mineralizzazione dei denti. La carie colpisce maggiormente i paesi nordici.

– il sesso: non è determinante per quanto riguardo l’attacco della carie, ma può diventarlo per la sua progressione.

– l’età: vengono registrate percentuali più elevate di processi cariosi in età giovanile con diminuzione progressiva nell’età adulta e nella vecchiaia.

 

Alla base di uno stato di recettività della carie ai denti devono esistere una serie di fattori predisponenti, sia generali e sia locali.

Fattori predisponenti generali

– Ereditarietà: non si eredita tanto la carie, ma alcuni caratteri dentari, sia strutturali, sia morfologici, che rendono l’elemento dentale più o meno attaccabile dal processo carioso.

– Stati patologici (disendocrinie, intossicazioni, specialmente se interferiscono con la morfogenesi dentaria).

– Alimentazione: è uno dei fattori eziologici più importanti; infatti le abitudine alimentari, soprattutto durante l’età evolutiva possono ridurre le percentuali di contrazione della carie. È risaputa l’altissima azione cariogena esercitata dagli zuccheri, soprattutto quelli che rimangono a lungo contatto con le superfici dentali.

– Stato immunitario generale.

Fattori predisponenti locali

– Inadeguata igiene dentaria: nelle zone dentali scarsamente deterse viene a formarsi la placca che porterà alla formazione di acidi derivanti dalla fermentazione degli zuccheri.

– Malocclusioni: sono causa di scorretta masticazione e quindi di ristagno di residui alimentari.

– Cause iatrogene: otturazioni non bene eseguite o apparecchi ortodontici fissi possono favorire l’instaurazione della carie dentale.

 

La  carie del dente inizia dalla cuticola dello smalto che si presenta disgregata; subito dopo si manifesta la lesione iniziale dello smalto con la comparsa di una macchia bianco- opaca e con una  superficie erosa.

Quando il processo delle carie dentali ha interessato tutto lo smalto e colpito la dentina sottostante, si è ormai formata una piccola cavità.

Esaminando un dente cariato all’interno troviamo una zona translucida (o di reazione), in cui i canalicoli dentinali sono più calcificati e costituiscono una barriera di difesa contro il processo carioso.  Con l’avanzare della carie anche quest’ultimo strato, alla fine, viene superato e distrutto.

Carie dello smalto

La carie dentale che inizia su una superficie liscia si presenta con una chiazza bianca opaca. Ha forma di cono con base rivolta verso l’esterno.

La carie, che inizia a livello dei solchi, ha forma di imbuto rovesciato con la base rivolta verso la dentina.

Carie della dentina

Quando la carie dello smalto arriva al tessuto dentale questo alla sollecitazione e crolla, determinando la formazione di una cavità ben più vasta dell’area di smalto inizialmente cariata.

Carie del cemento

La carie del cemento è una patologia che colpisce maggiormente in età adulta, di norma collegata a uno stato parodontopatico che abbia determinato una retrazione gengivale e quindi con evidente radice “scoperta”. Vengono distinti due diversi tipi di carie del cemento.

Carie del cemento acellulare. La carie iniziale esordisce con piccole erosioni mentre la carie conclamata si manifesta con fratture, o perdita di sostanza degli strati superficiali del cemento.

Carie del cemento cellulare. Il cemento cellulare è più resistente al processo carioso, ma una volta colpito dalla carie dentale ha le sue vie preferenziali di propagazione lungo i prolungamenti cellulari.

Secondo un criterio evolutivo viene fatta una distinzione tra una forma acuta ed una cronica.

Si ha una forma acuta quando l’intensità dell’aggressione e della progressione patologica supera ogni capacità di difesa pulpare.

Si ha una forma cronica se l’attacco carioso è meno violento, e se il tessuto pulpare riesce a mettere una reazione dentino- genetica, se si tratta di una dentina già ben mineralizzata.

 

 

Per diagnosticare una carie dentale devono essere effettuate una serie di indagini.

Indagine anamnestica, attraverso la quale lo specialista cerca di individuare le circostanze e i sintomi che hanno preceduto lo stato patologico in atto.

Esame del cavo orale. nella maggior parte dei casi lo specialista deve intervenire a livello strumentale, per liberare il campo. Rimuovendo detriti, patine, placca, tartaro. Infatti, una perdita di sostanza dei tessuti duri del dente può essere nascosta per un pessimo stato di igiene.

Esplorazione sistematica delle arcate dentali.

Sondaggio parodontale per verificare la profondità del solco gengivale.

Mobilità dei singoli elementi dentari.

Indice di sanguinamento, per valutare l’infiammazione dei tessuti.

Valutazione dell’ATM.

Riscontro della vitalità pulpare fondamentale per decidere un’adeguata terapia.

Esami radiografici. l’esame della radiografia mostra la diversa densità delle strutture dentali, proporzionale a livello di mineralizzazione.

 

La terapia delle carie dentali è diversa a seconda che si tratti di carie non penetrante o di carie penetrante.

Terapia della carie non penetrante

Tale terapia ha lo scopo di eliminare i tessuti invasivi del processo carioso, di preparare la cavità cariosa a ricevere e contenere una ricostruzione e di reintegrarla, con appositi materiali, la perdita di sostanza, in modo da restituire al dente il suo valore funzionale ed estetico.

Terapia della carie penetrante

La terapia si propone di conservare la polpa quando il suo parenchima si presuma non alterato, di eliminare solo la parte coronale della polpa, lasciando in vita la polpa radicolare e di operare un trattamento radicale consistente nella sua cura canalare.

IPOPLASIE DENTALI

I disturbi del trofismo lasciano come conseguenza nel dente, segni indelebili a localizzazione diversa a seconda dell’epoca in cui sono intervenuti.

Ipoplasie dello smalto

Sono l’espressione di una cattiva calcificazione del dente; si presentano come ondulazioni dello smalto, come macchie opache rotondeggianti localizzate irregolarmente sulla superficie del dente.

Lacune cuneiformi o erosioni

Non è stata completamente chiarita la genesi di questa erosione. Viene particolarmente attribuita all’uso prolungato di spazzolini molto duri, all’azione chimica di sostanze acide contenute abbondantemente nella saliva.

PATOLOGIA DEL CEMENTO

Ipercementosi

L’ipercementosi si verifica in denti sottoposti a sovraccarico e in denti con processi infiammatori del legamento periodontale. Vi sono anche ipercementosi dovute a difetto di uso o a mancanza di uso.

Cementolisi

Sono reazioni a carattere distruttivo, con riassorbimento di cemento.

Cementicoli

Talvolta sulla radice di un dente si rinvengono noduli composti di tessuto calcificato simile al cemento. Più cementicoli possono a volte confluire a formare noduli più grossi, impropriamente chiamati cementomi.

 

 

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