Detartrasi e Levigatura Radicolare

La detartrasi è il procedimento con il quale si toglie il tartaro da tutte le superfici dentali coronali sino alla giunzione epiteliale.

La levigatura radicolare è il procedimento con il quale si tolgono il tartaro residuo e parti di cemento o dentina per ottenere una superficie radicolare liscia, dura e pulita. La superficie ruvida e porosa del tataro è un ottimo rifugio per gli organismi della placca e rende impossibile una approfondita rimozione della stessa.

Anche se il paziente esegue dei tentativi molto scrupolosi per rimuovere la placca, la superficie del tartaro brulica di milioni di organismi. A questi si aggiungono altri organismi dell’ambiente orale, che si attaccano alla superficie irregolare.

La sola detartrasi è sufficiente per togliere completamente il tartaro dalle superfici di smalto, ma non riesce a rimuovere dalle superfici radicolari.

Il cemento, come il tartaro, è permeabile, e quando viene esposto all’ambiente della tasca, le sostanze tossiche che si producono nella placca vi penetrano. Tale cemento necrotico viene tolto durante la levigatura radicale per produrre una superficie dura, sana, non alterata e libera da sostanze tossiche.

 

Strumenti per la detartrasi

Per la detartrasi e la levigatura radicale, si possono strumenti diversi, quali curette, ablatori a zappa, lime, bisturi, dispositivi ultrasonici.

  1. Esistono due tipi di curette: quelle universali, che sono disegnate in modo tale che lo strumento si adatti a tutte le superfici dentali e si usano entrambi i bordi taglienti di ciascuna lama; quelle specifiche per zona, le quali vengono prodotte espressamente per adattarsi ad un’area specifica.
  2. Dispositivi ultrasonici. Essi sono molto utili per l’ablazione grossolana del tartaro. Il loro disegno però ne impedisce l’uso subgengivale. Non devono essere utilizzati per sostituire del tutto gli strumenti a mano nella detartrasi e nella levigatura radicale. Tali strumenti sono dotati di un generatore elettrico che fornisce energia, sottoforma di vibrazioni ad alta frequenza, a un manipolo all’interno del quale si possono inserire diverse punte espressamente disegnate.

Le punte ultrasoniche, anche se sono voluminose e smussate, tendono a danneggiare la superficie dentale; di conseguenza i movimenti lavorativi devono essere rapidi e leggeri. Tali movimenti inibiscono la sensibilità tattile.

 

 

Curettaggio Gengivale

 

Per curettaggio gengivale si intende la ripulitura della parete di tessuto molle della tasca con una curetta, al fine di eliminar la parte infiammata.

Il curettaggio gengivale può essere:

  1. Definitivo perché da solo elimina le tasche sopraossee. Tale eliminazione può avvenire in diversi modi:
  • Per contrazione. Ripulendo la parete della tasca, che era malata cronicamente, il tessuto ulceroso diventa una ferita chirurgica aperta. La ferita si risana velocemente, in quanto non vi sono più tessuti degenerati nel tessuto infiammato;
  • Per formazione di un nuovo attacco epiteliale. A seguito dell’eliminazione dell’epitelio della tasca e del tessuto malato, il tessuto connettivo sano sottostante viene portato in contatto con la superficie radicolare precedentemente levigata. Si può così generare e depositare del nuovo cemento sulla superficie;
  • Per riattacco. Con questo termine di definisce il ricongiungimento e la ripaazione di fibre di tessuto connettivo sano che sono state tagliate durante un intervento chirurgico.

 

  1. Non Definitivo. Si dice curettaggio non definitivo perché tende a migliorare la salute del tessuto senza però eliminare la tasca. Viene impiegato per ridurre l’infiammazione in attesa dell’eliminazione della tasca con altri mezzi liturgici.

 

 

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