Resine composite
Cosa si intende per resine composite? Quali sono i suoi componenti?
Con la denominazione di resine composite si indica una miscela costituita da un polimero sintetico, che è detto matrice, e da particelle inorganiche, dette rinforzanti, cariche o riempitivi. Questi componenti vengono tenuti insieme da una sostanza che agisce sulle superfici cariche, denominata agente accoppiante.
È possibile classificare questo tipo di resine? In base a quale principio?
Queste resine possono essere classificate tenendo conto sia della modalità di attivazione della reazione di polimerizzazione sia in base alle dimensioni delle sostanze riempitive. Ciò è fatto come segue:
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resine composite attivate chimicamente: la reazione è appunto avviata chimicamente tramite la dimetilparatoluidina che attiva il perossido di benzoile.
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resine composite attivate con luce a raggi U.V.: queste resine contengono etere metilbenzoino che se sottoposto a un fascio di luce U.V. Di lunghezza d’onda pari a 350 nm da origine a dei radicali liberi che ineescano la reazione di polimerizzazione.
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resine composite attivate con luce visibile: esse contengono ammina terziaria e dichetone che sotto l’azione di un fascio di luce visibile, comunemente usato di colore blu e con lunghezza d’onda pari a 450nm, reagiscono tra loro dando origine a dei radicali liberi. Questi a loro volta servono a innescare la reazione di polimerizzazione.
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resine composite convenzionali: esse contengono delle particelle rinforzanti di dimensione variabile tra i 0,05 e i 60 nm.
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resine composite con rinforzanti microfini: in questo tipo di resine le particelle rinforzanti sono dell’ordine inferiore ai 0,5 nm. Queste resine risultano facilmente lucidabili ed è possibile ottenere dei manufatti maggiormente levigati in superficie.
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resine composite con rinforzanti misti(resine composite miste): contengono particelle rinforzanti che hanno delle dimensioni dell’ordine delle precedenti.
Per tutte queste resine il tempo di presa è relativamente breve e oscilla tra i 3 e i 5 minuti. Risultano migliori delle resine acriliche non rinforzate in quanto hanno una migliore resistenza sia alla compressione che all’usura. Esse sono insolubili in acqua quindi hanno una minore tendenza ad assorbire acqua e di conseguenza saliva.
Queste resine in ambito odontoiatrico vengono utilizzate per ricoprire esteticamente le resine e i ponti in lega. Molto limitato, invece, è il suo uso per la realizzazione di intarsi con il metodo indiretto e per la realizzazione delle basi per apparecchi ortodontici mobili.